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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Primo Maggio secondo tradizione

Si è notata meno partecipazione popolare ma ciò è soprattutto dovuto all'assenza di quasi tutti i rappresentanti dell'opposizione e alla mancanza di imminenti consultazioni elettorali

È stato un Primo Maggio secondo tradizione, quello celebrato a Raffadali, dove si festeggia la Festa del lavoro più bella e sentita in Sicilia.

Poche le novità di rilievo di questa edizione: come il ripristino del vecchio percorso del corteo, la presenza dei due baby sindaci e soprattutto la partecipazione al corteo (prima volta in assoluto)d dell’arciprete, don Giuseppe Livatino, salito anche sul palco del comizio, che ha voluto testimoniare con la sua presenza l’attenzione che la chiesa rivolge ai problemi concernenti il lavoro.

Si è notata meno partecipazione popolare ma ciò è soprattutto dovuto all’assenza di quasi tutti i rappresentanti dell’opposizione e alla mancanza di imminenti consultazioni elettorali.

La mattinata, come ogni anno, a parte un raduno di auto d’epoca, è stata dedicata completamente alle esibizioni ludiche in piazza Progresso a cura della Capit e Officina sdemocratica e le attività messe in campo grazie al progetto “Virtù e Benessere”, coordinato dal professor Fabrizio Ragusa dell’Aics.

Nel pomeriggio, si è snodato per le vie cittadine il corteo, con la partecipazione della banda musicale, dei gruppi politici e delle organizzazioni sindacali, ognuno con le proprie bandiere.

A precedere il corteo, nell’ultimo tratto del suo percorso, davanti la villa Saetta e Livatino, si è inserita la tradizionale sfilata dei carri infiorati, ispirati al mondo del lavoro. E qui i giovani e i ragazzi del paese, ogni anno, danno sfogo allo loro fantasia addobbando i carri nelle forme e nelle fattezze più strane.

Al termine del corteo i leader sindacali hanno dato vita all’atteso comizio del Primo Maggio, anche questo, meno partecipato rispetto agli anni scorsi. A prendere la parola sono stati i rappresentanti della Troika sindacale: Giuseppe Alaimo per la Cisl locale, Aldo Broccio della Uil provinciale e Michele Pagliaro della Cgil regionale.

Tutti hanno sottolineato le difficoltà dell’attuale situazione economica e hanno sollecitato il governo regionale e il neonato governo nazionale a prendere le decisioni necessarie per creare nuovi posti di lavoro e difendere l’occupazione di quelli che un lavoro ce l’hanno, ma rischiano di perderlo.

In serata, chiusura della festa con il concerto di Antonella Ruggiero, ex vocalist dei Matia Bazar. L’artista genovese, ancora una volta, è riuscita a mettere in mostra le sue eccezionali qualità vocali, interpretando anche un pezzo del suo conterraneo Fabrizio De Andrè.

Particolarmente apprezzate anche le esibizioni accanto al chitarrista agrigentino Francesco Buzzurro e l’armonicista e compositore palermitano, Giuseppe Milici, che spesso accompagnano l’artista genovese nei suoi concerti.

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