Il discorso di Cuffaro alla marcia per ricordare le vittime innocenti di mafia
L'intervento del sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro prima della partenza della marcia che ha portato i partecipanti a Joppolo Giancaxio, dove come ogni anno si è conclusa la manifestazione
Tutti in marcia oggi …. da Raffadali a Joppolo… in ricordo delle vittime innocenti delle mafie … vittime che oggi camminano sulle nostre gambe… sulle gambe di tutti i ragazzi e le associazioni che coltivano questo percorso.
Una manifestazione per combattere l’indifferenza, per urlare un No deciso, libero contro la mafia.
Giornate come questa … devono servire per testimoniare ... ma soprattutto per dare coraggio e supporto a chi ogni giorno…. a volte nel silenzio, combatte contro la mafia.
Non mi stancherò mai di dire che la vera antimafia ..è quella spontanea dei ragazzi presenti in questa piazza … e non di chi dell’antimafia ne ha fatto una professione e un mezzo per fare carriera.
In questo quadro è bene sottolineare i passi avanti dell’antimafia sociale……. concreta, quella basata sulle denunce, sulle rinunce, sulla chiarezza … che ha messo in crisi quella autoreferenziale, utile solo a sbandierare fumo e a rivendicare qualche misero vantaggio politico o mediatico.
Come dice Don Ciotti “... La prima rivoluzione è quella delle coscienze … perchè una coscienza viva …capace di interrogarsi … di cercare verità ... dentro e fuori di se …si terrà sempre distante dai comportamenti corrotti”.
La mafia è un fenomeno non solo da reprimere … ma da prevenire con rivoluzioni culturali, economiche e sociali.
Negli ultimi anni si è intensificata la collaborazione tra associazioni antimafia serie … e il mondo della scuola…proprio per supportarne la funzione culturale e ….quasi esclusiva… di agenzia educativa.
La mafia oggi è ancora forte, è ancora presente.
Controlla attività economiche, legali e illegali, tenta di dominare su pezzi di territorio, cerca di arruolare in ogni ambiente …. cambiando anche i suoi schemi storici ... i suoi interessi … il suo modo di rilevarsi… e ciò anche per la rivitalizzazione della violenza neofascista, alimentata dalla crisi profonda del nostro sistema economico e della democrazia rappresentativa che producono rabbia, disuguaglianza sociale, non attenuata dalla debole crescita economica.
Combattere la mafia ha sempre significato nella storia dell’Italia combattere per il cambiamento sociale.
La povertà assoluta e il rischio di povertà per strati sociali, hanno aumentato l’indifferenza e il distacco della gente dalla partecipazione alla vita politica.
Non basta la crescita del Pil a sedare le turbolenze sociali se non è accompagnata dal riequilibrio nella distribuzione della ricchezza.
Il Parlamento europeo ha documentato l’esistenza e la presenza in Europa di migliaia di organizzazioni criminali che gestiscono i traffici della droga, delle armi, dei migranti, dei rifiuti tossici, di tanti illeciti che condizionano la spesa pubblica e generano corruzione … ma anche ritardi nello sviluppo delle aree dove la loro presenza si manifesta.
Ricordare le marce che in tanti decenni sono state fatte … e rifarla … significa fornire ai giovani di oggi, non solo una memoria di un esempio clamoroso ... la prima rivolta di popolo contro le mafie venne combattuta dai contadini e dagli operai … ma lo strumento di comprensione del loro presente ….e per costruirsi un loro futuro … libero dalle mafie, dalle diseguaglianze, da ogni ingiustizia sociale, da ogni forma di violenza.